Se il titolo non vi dice nulla probabilmente non siete music festival addicted; forse avrete sentito nominare l’ormai “stra-instagrammato” Coachella o il britannico Glastonbury; se ascoltate principalmente musica reggae avrete sicuramente sentito parlare del Rototom Sunsplash, se invece per voi l’unica religione sono la dance e l’elettronica avrete già partecipato ad almeno un’edizione del Tomorrowland.

Queste sono solo alcune delle rassegne musicali più famose al mondo, qualcuna diventata davvero un “must” grazie alla partecipazione di influencer che le hanno trasformate un po’ anche in una passerella di moda e facendo passare in secondo piano la vera protagonista di tutti questi eventi: la musica.

Due settimane fa ho preso parte all’ultima serata dello Sziget e devo dire che ne è valsa la pena; questo festival nasce nel 1993 a Budapest, più precisamente sulla Obudai Sziget, un’isola situata al centro del Danubio, il fiume che separa Buda da Pest (lo sapevate?). Ad oggi è uno dei festival con maggiore affluenza al mondo anche perché dura ben 7 giorni. Sono presenti circa 60 palchi e oltre alla vastissima offerta musicale, che va dai concerti live ai dj-set, una volta entrati vi sembrerà di stare in una grande festa a cielo aperto con attrazioni da luna park, spettacoli circensi, artisti di strada e videoproiezioni cinematografiche.

Veniamo ai consigli utili: come anticipato, il festival dura una settimana quindi se avete in previsione di assistere a tutte le serate (temerari/e!), acquistate i biglietti con largo anticipo dal momento che i prezzi andranno ad aumentare man mano che la data si avvicina; allo stesso modo affrettatevi a trovare un posto dove dormire perché durante quella settimana Budapest sarà richiestissima: questo a meno che voi non decidiate di accamparvi letteralmente all’interno dell’area del festival (temerari/e al quadrato!) poiché con l’acquisto di un biglietto per almeno 3 giornate consecutive avrete diritto a piantare la vostra tenda gratis.

Ovviamente ci sono anche altre soluzioni più comode a pagamento come ostelli, bungalow e glamping ma, come già detto, giocate in largo anticipo per accaparrarvi un posto!

Se invece come me, e le due socie che mi hanno assecondato in questa follia, aspetterete fino all’ultimo giorno, anzi che dico, istante prima di varcare i cancelli, andrete a pagare circa 90€ per una sola giornata. E, a proposito di soldi, all’interno potrete pagare tutto, ma veramente tutto, con la carta, anzi non escludo che fosse l’unico mezzo accettato.

Ultimo spassionato consiglio: portatevi una mascherina o una bandana per coprire naso e bocca. No, non per il covid, ma per la copiosa quantità di sabbia che i vostri polmoni saranno costretti a respirare per tutto il tempo.

Per il resto, grande spirito di adattamento e resistenza fisica: l’area è davvero gigantesca e camminerete un sacco sia durante i concerti che alla fine quando deciderete di raggiungere l’uscita per tonare in bus o in taxi: per questi ultimi è meglio allontanarsi un po’ dal parcheggio e dirigersi oltre il ponte dell’isola, andrete a risparmiare circa una ventina di euro sulla corsa (normalmente i taxi non costano così tanto a Budapest ma durante le giornate del Festival i prezzi triplicano).

Dimenticavo: aspettatevi di vedere e incontrare di tutto! Ben prima di arrivare all’ingresso vi immergerete nel clima da festival, tra vestiti di lustrini, gonne di tulle, anfibi, camicie multicolor e brillantini appiccati su ogni parte del corpo, abbinamenti assolutamente improbabili ma meravigliosi e soprattutto gente sorridente da ogni parte d’Europa (e oltre) che è lì per divertirsi; personalmente l’ho trovato molto “vero” e poco “social” cosa che ho molto apprezzato.

Ma passiamo finalmente alla parte musicale: l’edizione 2022 dello Sziget ha visto susseguirsi sui vari palchi artisti come Kings Of Leon, Dua Lipa, Arctic Monkeys, Stromae, Tame Impala, Alan Walker, Lewis Capaldi, Sam Fender, Miky Chance, Bastille, Ofenbach, Calvin Harris e tantissimi altri tra cui anche gli italiani Modena City Ramblers e Margherita Vicario. Se siete curiosi di sapere quali band e cantanti si sono esibiti durante tutti gli anni del festival sulla pagina Wikipedia relativa troverete una tabella che passa minuziosamente in rassegna anno per anno, artista e nazionalità, per citarne giusto qualcuno: Iggy Pop, Slash, Sonic Youth, The Prodigy, David Bowie, Foo Fighters, Boney M, Greenday, Lou Reed, Oasis, The Cure, Buena Vista Social Club e qui mi fermo perché l’elenco è davvero lungo. Secondo me adesso l’idea di andare inizia a farsi spazio, sbaglio?

Per quanto mi riguarda mi sarebbe piaciuto ascoltare più o meno tutti gli artisti di quest’anno ma ammetto di essere andata appositamente per sentire cantare dal vivo Alex Turner e la sua band che, dal 2006/2007 circa, occupano, con almeno un brano, un posto nelle mie playlist: sto parlando degli Arctic Monkeys gruppo con all’attivo 6 Brit Awards e 2 nomination ai Grammy Awards. Il loro album di debutto Whataver People Say I am, That’s what I’m not del 2006, ha venduto piu’ di 1 milione di copie in soli 8 giorni.

La playlist che ho messo insieme per questo articolo è stata quella che mi ha accompagnato dal primo istante del viaggio, quando ho preso il traghetto da casa mia per arrivare alla stazione, da lì in aeroporto e per i successivi 4 giorni trascorsi a Budapest, città che consiglio al di là di questo evento musicale.

Buon ascolto!

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